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Jesus Zykov
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Tutti Gli Zombie Sono Stupidi Hd



- I Corridori sono scaltri e veloci, un vero incubo negli spazi ristretti! Si spostano due volte più velocemente dei Deambulanti: ogni Corridore ha infatti due azioni a sua disposizione, mentre tutti gli altri zombie ne hanno solo una.




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- I Grassoni sono dei veri duri. Tanto grossi quanto resistenti, questi zombie sono difficili da abbattere. Solo le armi che provocano almeno 2 danni possono tenerli a bada. Ogni Grassone entra inoltre in gioco accompagnato da due Deambulanti (salvo casi particolari).


- Gli zombie entrano nel tabellone di gioco attraverso zone definite dallo scenario e dai tombini presenti sulle tessere. Aprire la porta di un edificio rivela ugualmente la presenza di tutti gli zombie che vi si trovano all'interno (e li allerta ovviamente della vostra presenza).


- I Sopravvissuti non scelgono liberamente i loro bersagli tra gli zombie. In una data zona, le ferite vengono inflitte ai bersagli seguendo un ordine di priorità: Deambulanti, Grassoni (Abominio incluso), poi i Corridori. Sì, i Corridori beneficiano quindi indirettamente dell'effetto "bestione" dei Grassoni e, di conseguenza, sono sempre gli ultimi a essere scelti come bersaglio. L'avevamo detto che sono scaltri. Eravate stati avvertiti. Inoltre, i Sopravvissuti sono i bersagli prioritari nel combattimento a distanza. Non sparate mai in una zona in cui si trovano un altro Sopravvissuto e degli zombie, o eliminerete per primo il vostro alleato. Gettarsi in corpo a corpo è il modo migliore di aiutarlo. Vi assumerete questo rischio?


Rimane un problema: gli zombi sono piuttosto stupidi... veramente stupidi, il che non è molto sorprendente dal momento che non hanno nulla nel cervello. Quando si lasciano fare, si accontentano di avanzare in avanti, davanti a loro e finiscono per morire definitivamente cadendo nella minima trappola lasciata da esseri umani meno in panico, loro, che potremmo sperare... Quindi, per sterminare l'Umanità, dovrai guidare le tue truppe affamate. Fortunatamente, potrai far evolvere i tuoi carnivori grazie ad una vasta gamma di potenti mutazioni. Ma attenzione, gli umani non si lasciano andare e sono pronti a tutto per salvare la loro pelle.


Partiamo allora dal primo zombie mai apparso sul grande schermo e vediamo quanto lontani siamo arrivati. Per capire quanto sono cambiati gli zombie negli anni e quanto siamo cambiati anche noi.


A una prima occhiata è difficile capire il perché di tanto successo, ma giocandoci un po' e approfondendo la sua gestazione emergono chiari quelli che sono i suoi punti di forza rispetto ai concorrenti diretti: grande supporto da parte dello sviluppatore, che finora non ha sbagliato un colpo, e un lato tecnico terrificante, che ha però consentito l'aggiunta di contenuti supplementari a grande velocità. Sì, essendo la grafica cubettosa e iperstilizzata, creare oggetti a iosa non si è rivelato un problema. Probabilmente sommando tutti gli oggetti 3D di Unturned non si ottengono i poligoni che compongono un singolo personaggio di un tripla A medio. Poco importa, perché quello che per altri titoli sarebbe un difetto colossale, per un gioco gratuito che campa della sua comunità si è rivelato una svolta. Se volete possiamo aggiungerci il grande contributo volontario dato dai modder (attualmente il Workshop di Steam contiene migliaia di contenuti aggiuntivi), attizzati e favoriti dal poter concretizzare le loro idee in tempi fulminei, e capirete come mai un titolo apparentemente senza qualità sia tra i prodotti più in vista della scena PC.


L'apocalisse zombi ha ridotto il mondo a uno sfacelo. Soprattutto lo ha riempito di creature sbavanti che ci considerano delle fiorentine ambulanti. Fortunatamente gli zombi di Unturned sono particolarmente stupidi: se ne stanno immobili e, usando un minimo il cervello (e il sistema stealth), eluderli non è poi così difficile. In effetti sono fin troppo rintronati e la loro completa mancanza di attività, versi da zombi a parte, rende il mondo di gioco... smorto. Battute a parte qualche pattern di movimento, anche molto semplice, non gli avrebbe fatto male. Ovviamente quando ci individuano si animano e diventano pericolosissimi, anche perché sono insolitamente veloci. In questi casi si hanno solo due possibilità: la fuga o la lotta. Per scegliere la seconda bisogna necessariamente essere armati. Fermare un'orda zombi a pugni non è semplice. Indovinate un po'? Le armi si trovano nelle abitazioni, ma per le migliori bisogna avventurarsi fino alle infrastrutture militari, solitamente le zone più protette. Fino a qui, grafica a parte, Unturned sembra essere il survival tipo... tranquilli, anche andando avanti rimane tale. Raccogliendo oggetti e imparando a sfruttare i vari strumenti reperibili in giro è possibile costruire un po' di tutto: armi, corazze, una base e così via.


L'unico consiglio che possiamo darvi è quello di giocare in single player finché non avrete interiorizzato tutte le meccaniche di gioco, magari selezionando la modalità "Easy" per rendere meno fastidiosi gli zombi (volendo c'è anche un tutorial per apprendere le basi). Quindi, dopo molta pratica, potete arrischiarvi ad andare online. Certo, quello delineato non è proprio uno scenario che invoglia a giocare, ma è meglio essere preparati prima di buttare via del tempo. Accettati tutti questi compromessi, Unturned finisce per essere uno dei migliori survival a tema zombi sulla piazza, quantomeno è quello più completo. Anzi, diciamo meglio, è uno dei pochi a essere stati completati. Pensate che titoli come il già nominato Dayz, ma anche H1Z1, Rust e altri sono stati lanciati prima di lui e ancora non vengono conclusi. Del resto non aspettatevi niente di originale, perché Unturned è fortemente derivativo in ogni suo aspetto, sia nelle meccaniche fondamentali, sia in quelle avanzate. A salvarlo sono soprattutto la gratuità e l'assenza di microtransazioni pay-to-win. Ecco, forse è un po' poco per farne un capolavoro, ma è abbastanza per farci almeno un giro.


Non dimentichiamo infatti che la Corea del Sud ha un triste primato, quello del bullismo scolastico. Non che nelle altre fasce della società le cose vadano tanto meglio, come visto nella nerissima serie Squid Game, di planetario successo. Ci ritroviamo quindi nel solito liceo con ragazze in gonnellina a pieghe e ragazzi in gilet, tutti con cravattino con i colori della scuola, mentre lavano pavimenti e fanno ordine, soggetti alla disciplina ferrea e intransigente impartita dagli insegnanti, come unica evasione gare di tiro all'arco e di cori, dove però guai non primeggiare. Sarebbe preclusa la possibilità di accedere all'Università, vera stella polare verso la quale sono mirati obbligatoriamente i ragazzi.


Come in Squid Game, meglio non affezionarsi a nessun personaggio (ma nemmeno fidarsi). Le scene di fuga sono frenetiche e angosciose e gli zombie non saranno gli unici da cui guardarsi. Per fare contenti anche i complottisti e i polemici dei nostri giorni, dove un virus infinitamente meno rischioso ha ugualmente influenzato il comportamento umano in tutto il mondo, ci sono molte allusioni, fra cui quella che la minaccia più letale si nasconde nell'infetto asintomatico. E si dice che "La scienza inizia con l'immaginazione e finisce in un mistero".


Ho parlato per tanto tempo degli zombie e non gli ho mai nemmeno dedicato una sezione apposta sono una persona male per descriverlo, quindi rimedio descrivendone le principali caratteristiche e le possibili tipologie


-Hanno sempre fame: A quanto pare gli zombie sono tutti bulimici, infatti hanno un vero amore per la carne umana, che se potessero cucinerebbero in svariati modi.Purtroppo il loro stato di decomposizione si fa sentire ogni giorno di più, di conseguenza sono costretti a mangiarci crudi.


-Sono stupidi: nonostante il cervello degli zombie sia più evoluto del nostro, dovendo compensare il bisogno di ossigeno sono veramente stupidi, e questo è il punto di forza su cui si basa la resistenza, infatti vengono accecati dalla fame, che li spinge in situazioni mortali solo per gustarsi un pezzetto del nostro corpo.


Gigante (giant) è un sottotipo di creatura. Sono creature enormi simili agli esseri umani. La maggior parte sono noti per essere stupidi e violenti. Sono associati a tutti i colori di mana, anche se sono fortemente legati al mana rosso.


Nelle mitologie di molte culture compaiono esseri dall'aspetto umano ma di incredibile statura e forza; con un termine originariamente proprio della mitologia greca, essi sono genericamente detti giganti. In molte tradizioni indoeuropee, i giganti sono creature associate all'origine stessa del cosmo, e rappresentano il caos primordiale a cui gli dèi si oppongono (questo tema per esempio ricorre sia nella mitologia greca che in quella norrena). In genere, i giganti sono rappresentati come esseri di grande forza, estremamente longevi, e spesso anche depositari di una grande conoscenza, e tuttavia immorali e distruttivi. Nel folclore, questa immagine generale si è parzialmente trasformata; i giganti di fiabe come Jack e la pianta di fagioli sono stupidi, violenti e divorano gli esseri umani (specialmente i bambini); le loro caratteristiche sono quasi del tutto sovrapposte a quelle degli orchi. Esistono infine anche caratterizzazioni atipiche, come quella di Oscar Wilde, in cui i giganti appaiono intelligenti e amichevoli.


Ci sono e basta. Gli zombie, dico. No, non serve tirare sempre fuori un perché, a volte non è necessario. Ma qui sono diversi. Oh, come sono diversi. Niente più lenti, stupidi, goffi... niente più quel “Cervello... Fame... Cervello”. No, ora sono veloci, con un minimo di intelligenza, un residuo di post-vita. E, diavolo!, come sono efficaci! Come fanno paura, quando sono tutti assieme! Ma partiamo dall’inizio, và... Il primo che vediamo è una bambina: sorriso insanguinato, capelli scompigliati, pelle sul bianchiccio-morto-pallido-decomposto andante, e tanta, tanta rabbia in corpo. Salta, corre e ringhia. E si mangia il collo del povero fidanzato di Ana. E’ l’inizio. Lui si trasforma, s’incattivisce manco gli avessero appena spento la TV durante la finale dei mondiali, e si avventa sulla bella fidanzatina, che è costretta a fuggire, in una città già avvolta dal quel caos classico di questi film che - sì, dai - tutti conoscono. Incontra un gruppetto di sopravvissuti e corrono a rifugiarsi nel centro commerciale. Qui fanno la simpatica conoscenza delle teste calde della vigilanza e della loro mania di essere patroni ti mondo. La convivenza è difficile, ovvio, ma dopo un po’ ci si abitua. Come ci si abitua al fatto che prima o poi la situazione dovrà degenerare, altrimenti non starei qui a recensire un film, in questo momento, ma magari starei mangiando un panino con la mortadella. Caos, dicevo. Già. Niente bikers brutti-sporchi-&-cattivi che si avventano sull’edificio come accadeva più o meno 25 anni fa nell’originale, ma solo tante piccole cose tutte assieme (zombi poco carini nel parcheggio, futuri mamma e papà decisamente antisociali e alle prese con un parto molto poco amorevole, e robe così...) che fanno venire voglia ai sopravissuti di andar via da lì, il più presto possibile. E magari con la testa attaccata al corpo. Ovviamente, la strada non sarà mica indicata con cartelli e frecce... sennò, che horror sarebbe?


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